Translate

Alla presentazione della biografia "Il duca di Sabbioneta"

Alla presentazione della biografia "Il duca di Sabbioneta"
Luca Sarzi Amadè (ph. by Gigi Bonfatti Sabbioni)

giovedì 17 novembre 2016

Referendum: per coloro che non hanno deciso.

 Votare sì o no? Sul referendum del 4 dicembre c'è una gran confusione. Poiché la posta in gioco è il nostro futuro cerchiamo di chiarire le idee smentendo le fandonie imperanti. 



Un disegno che può ricordare il referendum costituzionale.

 E' bene sfatare alcuni luoghi comuni: chi vuole le modifiche costituzionali non lo fa per amore della democrazia, o del Paese. Vediamo, con pochi, semplici esempi, il perché. Poi ditemi se i dibattiti in corso non hanno l'effetto di confondere le idee anziché chiarirle.

E' un referendum democratico

 In teoria dovrebbe esserlo. In realtà non lo è. Infatti il referendum ci obbliga ad approvare o respingere in blocco le modifiche a ben 41 articoli della Costituzione (oltre all'abolizione del Cnel, che pochissimi elettori sanno cos'è).  Che senso ha, per fare pochi esempi, accozzare in un solo quesito l'abolizione del Cnel, la riduzione dei parlamentari, e il trasferimento del voto per il Senato dal comune cittadino ai politici già eletti? Questa bizzarra procedura nega ai cittadini il diritto di scegliere liberamente quali modifiche approvare e quali no. E ciò ha evidentemente una motivazione che nessuno spiega.
 Insomma un pacchetto "tutto compreso" (prendere o lasciare) nello stile del più genuino marketing commerciale. Non a caso la propaganda per il Sì si svolge a colpi di slogan e spot televisivi, anziché attraverso un confronto capillare sui singoli punti, quasi che la modifica alla Costituzione fosse un qualunque prodotto da piazzare sul mercato.


Votiamo per il governo Renzi.

 Il voto del 4 dicembre NON riguarda il governo Renzi, MA la Costituzione, che determina l'ordinamento dello Stato. Sia chiaro questo concetto: infatti la nostra decisione peserà su intere generazioni di italiani. Chi identifica il voto per il referendum nel voto per il governo Renzi vi confonde solo le idee (un errore commesso -ahimé- anche dal fronte del No).
 Oltretutto, a rigor di logica, in tutta questa vicenda, Renzi, come capo dell'esecutivo, dovrebbe avere la correttezza di proclamarsi neutrale, distinguendo tra compiti del governo e compiti del parlamento. Però, siccome, contrariamente ad ogni sano principio, si è messo invece a sostenere ostinatamente il Sì, giocoforza una vittoria del No lo indebolirebbe. E questo sarebbe solo il frutto della sua naturale inclinazione. Ma non è questo il criterio per decidere, dal momento che in democrazia il governo, a differenza della Costituzione, è per sua natura comunque transitorio (è poi tutto da vedere se, in caso di vittoria del No, Renzi avrebbe la coerenza di dimettersi).


Guardate: per il No votano anche Berlusconi, la Lega, D'Alema!

 Appello retorico. Infatti svia la nostra attenzione dal tema centrale -la Costituzione- come a negare agli elettori perfino la capacità -e dunque la libertà- di decidere con la propria testa. Ciascuno di noi ha il dovere di leggersi il testo della Riforma, piuttosto che le opinioni o le interpretazioni (che sono sempre di parte). Il voto di ciascuno di noi vale esattamente quanto il voto di Grillo, di Berlusconi o di Salvini (o di Napolitano, Violante o dello stesso Renzi per par condicio). Ricordate il principio di uguaglianza che è alla base della democrazia!
 Ricordiamo in proposito che il Risorgimento prima, e la Resistenza poi, videro uniti gli sforzi di soggetti politici spesso contrapposti, al fine di difendere il bene supremo: la libertà. E parliamo -nel caso della guerra di Liberazione- di repubblicani, liberali, comunisti e clericali, normalmente poco assimilabili tra loro.
 In democrazia le scelte di voto sono, e devono rimanere, individuali.


Gli Usa ci hanno invitato a votare Sì.

 Questa è una pericolosa ingerenza del Presidente Obama nella politica interna del nostro Paese. Non avrebbe dovuto farla. E altrettanto male ha fatto Trump a sbilanciarsi in favore del No.
 Ingerenze di questo tipo nei fatti interni di un Paese, riverberati dai mass media in un momento delicato come l'attuale, possono solo favorire associazioni fuorvianti (come abbiamo visto nel caso precedentemente descritto) e disorientare gli elettori indecisi. In democrazia, ribadiamo, il voto richiede la massima serenità.
 Non si vede poi perché il presidente americano debba ingerirsi del referendum italiano, nel momento in cui gli altri 200 capi di Stato esteri se ne stanno saggiamente zitti. Forse che gli Usa sono l'unico Paese al mondo che non ci considera un popolo libero?


Riduciamo i costi della politica.

 E' un'altra bugia. Infatti, se riducendo il numero dei parlamentari si avrebbe all'inizio un'apparente diminuzione dei costi, in realtà ben presto si noterebbe l'effetto opposto. Un esempio è dato proprio (chi lo avrebbe detto?) dal sistema americano -appena 530 tra deputati e senatori per una popolazione di 300 milioni di abitanti, cinque volte la nostra- con un costo di gran lunga maggiore di quello delle nostre Camere, che pure hanno un numero di componenti quasi doppio.
 Se la riforma dovesse passare avremmo un governo molto più forte (per ammissione degli stessi referendari), che a propria totale discrezione potrebbe, sollecitato da gruppi finanziari (e, non possiamo escludere, anche mafiosi), assumere decisioni opportune per pochi privilegiati, ma deprecabili per il Paese. La prima che ci viene in mente è la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, preannunciata con enfasi da Renzi proprio in vista del referendum. Altro che riduzione dei costi della politica!


Si aumenterebbe la partecipazione dei cittadini.

 Smentire questa bugia è semplice perché basta leggere il testo. L'elettore perderebbe ipso facto il diritto di votare per il Senato, che resterebbe comunque in vita, sebbene ridisegnato nelle sue funzioni. Se passa la riforma i senatori verrebbero eletti non più dai cittadini, ma, nella quasi totalità, dai consigli regionali e delle province autonome. In sostanza: la sovranità popolare verrebbe amputata di uno dei suoi diritti naturali, sanciti con l'avvento del sistema democratico dopo la dittatura. E la "classe politica" (dunque la partitocrazia) ad oggi tanto impopolare, ne uscirebbe rafforzata. Adesso avete capito perché insistono tanto per farci votare Sì?









domenica 13 novembre 2016

L'antenato nel cassetto "sbarca" a Torino!

L'ultimo venerdì di novembre, ore 18,30, non mancate! Il manuale di scienza genealogica verrà presentato a Torino, al prestigioso Circolo dei Lettori. Interverranno Carlo Burdet e Gustavo Mola di Nomaglio.






 Finalmente a Torino. Venerdì 25 novembre, ore 18,30, al Circolo dei Lettori, in via Bogino 9 (tra la centralissima piazza San Carlo e piazza Carlo Emanuele II). Il manuale di Luca Sarzi Amadè si rivolge ad un pubblico di appassionati, sia studiosi già navigati che curiosi alle prime armi, e vuol costituire una guida estremamente agevole per districarsi nel difficile campo delle ricerche anagrafiche. A presentare il volume (che ha prefazione di Franco Cardini) saranno due storici piemontesi di lungo corso, quali l'architetto Carlo Burdet e il dottor Gustavo Mola di Nomaglio. Nell'occasione sarà presente l'Autore, che risponderà alle domande del pubblico. Un'occasione irripetibile per conoscere altri appassionati di genealogia, e ovviamente per acquistare il libro, edito da Mimesis Edizioni, casa editrice specializzata nel campo universitario.





lunedì 19 settembre 2016

Luca Sarzi Amadè a "Dimensione autore"

La nota trasmissione radiofonica ha dedicato, in vista dello scorso Salone del Libro di Torino, una puntata al mio manuale di scienza genealogica. Ora questa è disponibile via internet.




Il manuale di genealogia con prefazione di Franco Cardini.
In studio, per registrare "Dimensione autore" (foto di Milanese).


 Lo scorso venerdì 6 maggio mi sono recato ad Alpignano (poche fermate di treno dopo Torino), dove i conduttori Laura Scaramozzino e Giorgio Milanese (che ringrazio) mi hanno dedicato un'intervista inerente il libro "L'antenato nel cassetto" (Mimesis Edizioni).
 Ora, con immenso ritardo (del quale mi scuso), il nostro incontro, della durata di circa un'ora, è a Vostra disposizione in rete (qui).




venerdì 25 marzo 2016

Grazie, signora Giancarla

Lutto per la morte di Giancarla Mursia, e al tempo stesso un sincero ringraziamento per avermi scoperto come autore e per avere pubblicato nelle sue collane ben tre dei libri miei.


Giancarla Re Mursia al lavoro nel suo ufficio (ph. by "L'Unità").


 L'abbiamo criticata, contestata, ammirata. La Signora Giancarla non era certo una persona facile. Ma Le dobbiamo una grande riconoscenza, per primo l'autore di questo blog. Fu infatti la "sciora Giancarla" che nei primi anni '80, mi ricevette nel suo ufficio di "ammiraglia" (alle sue spalle due carabinieri di legno, tanto per sottolinearne il carattere, ma anche la profonda umanità) quando ancora tenevo una rubrica di cose milanesi su Repubblica. Si parlò di fare un libro su Milano, che poi non si fece. In compenso se ne fecero altri tre: in ordine di tempo: nel 1987 "Milano fuori di mano" (con prefazione di Jannacci), 400 pagine e centinaia di illustrazioni quasi tutte eseguite dall'Autore, quando bisognava andare dal fotografo, e le foto costavano davvero molto, perché bisognava stamparle in formato cartolina, e non sempre venivano approvate dal capo dell'ufficio tecnico, il severissimo Maggi. Nel 1991 "Milano in periferia" (con prefazione di Francesco Ogliari). Due rivisitazioni dei quartieri di Milano sorti fuori le mura spagnole, e fino ad allora pressoché ignorati dalla "letteratura" scientifica e turistica sulla città: l'una (il primo libro) alla scoperta delle risorse storiche, paesaggistiche, artistiche, delle zone decentrate (cascine, palazzi, Navigli, opere d'arte, musei...); l'altra (il secondo) alla ri-scoperta della periferia del tempo che fu (aneddoti, racconti, macchiette, consuetudini, e naturalmente fotografie d'epoca), materiale quest'ultimo ricavato per via quasi esclusivamente orale presso gli anziani che l'autore aveva rastrellato quartiere per quartiere in tutta la città.

 
Il cantante Enzo Jannacci fece una bella prefazione.
La mia guida alle zone decentrate della città.



 Come mai due libri soli nell'arco di un decennio? La "sciora Giancarla" era molto attenta, e non pubblicava facilmente autori che non avessero alle spalle la loro brava "gavetta" (ad esempio, su di un argomento come la città di Milano -che pure era quella dove la casa editrice aveva sempre svolto la propria attività- Mursia editava un solo libro l'anno -una strenna- per Natale). E così, per decidere la pubblicazione del primo dei due volumi, la dirigenza della casa editrice -in primis l'occhialuto filosofo Roberto Tozzi, un toscano dal grande fiuto, capace di scelte coraggiose-  impiegò, tra un rinvio e l'altro, addirittura due anni di tempo. Altri due anni li richiese l'autore al momento della stipula del contratto, allo scopo di avere a disposizione tutto il tempo necessario per svolgere la propria opera al meglio (sebbene l'editore avesse proposto il termine, apparentemente ragionevole, di un anno per la consegna del testo definitivo). Venne poi il turno del secondo libro, che utilizzò in larga parte materiale rimasto escluso dalla redazione del primo per semplici motivi di spazio, e al quale si aggiunse, come potete immaginare, altro materiale ancora.


Non è il vicolo dei lavandai, ma un lavatoio alla Melgasciada.
La periferia milanese di ieri e dell'altro ieri.


 Fu poi la volta del terzo libro. "Come svolgere ricerche sui propri antenati" uscì nel 1995, nella collana di manuali "Il Bivio", e fu concepito come agile vademecum rivolto a chiunque, partendo da zero, ambisca a svolgere ricerche sulla propria famiglia (un'ossessione che l'autore si trascinava sin da bambino). E fu il primo del genere, almeno in Italia, che comprendesse anche un glossario delle abbreviazioni più usuali nei manoscritti antichi, e che sono -si sa- il primo rompicapo dei genealogisti (ed aspiranti tali).


Uscì nella collana "Il Bivio" di Mursia.
La prima edizione del mio manuale di genealogia.



 Oggi il primo e l'ultimo di questi volumi sono ormai esauriti da tempo.
 Nel frattempo tuttavia il manuale ha trovato un nuovo editore, ed una nuova veste (più ampia, più evoluta) sotto il titolo "L'antenato nel cassetto. Manuale di scienza genealogica" nella collana "Le Erme" (fondata e diretta dell'autore stesso) della casa editrice Mimesis, e con la generosa prefazione dello storico Franco Cardini.
 Per tutte queste ragioni devo dire grazie alla Signora Giancarla. I giornali hanno dedicato poche parole alla sua figura, e forse è giusto così, perché quando muore una grande persona deve sempre rimanere in noi la sete, la curiosità di sapere qualche cosa di più.